Morte Maradona, un testimone al processo: "Dopo l'operazione nella stanza era permesso tutto"

6 ore fa
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"Vietarono l'ingresso ai medici, nella stanza era permesso tutto". Questo l'ennesimo retroscena shockante sulla morte del Pibe de oro che arriva dal processo in corso a Buenos Aires. Rivelazioni sconvolgenti di Fernando Villarejo, capo del reparto di terapia intensiva della clinica Olivos dove Diego era stato sottoposto a un intervento chirurgico alla testa il 3 novembre 2020 per la rimozione di un ematoma, 22 giorni prima di morire. Leopoldo Luque, medico personale di Maradona, indagato insieme alla psichiatra Agustina Cosachov per negligenza medica e abbandono di persona avrebbe infatti vietato l'ingresso ai dottori che avrebbero dovuto valutare il decorso operatorio del campione argentino. Divieto esteso anche al dottor Mario Schiter e a una psichiatra contattati dalle figlie di Maradona. Villarejo ha denunciato in tribunale di non aver potuto valutare il suo paziente nonostante la sua cartella clinica, evidenziava come Diego fosse "un paziente molto complesso con pluripatologie di difficile controllo". Non solo però le cure mediche hanno rappresentato un problema che ha contribuito al rapido peggioramento delle condizioni di Maradona ma anche ciò che accadde "in sala rianimazione, subito dopo l’intervento: - spiega Villarejo - entrava chiunque, senza alcun controllo sanitario. Potendo introdurre qualsiasi cosa, dai farmaci a un hamburger. Io ero molto preoccupato".
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