Quando lo avevano arrestato, Giovanni Luppino stava accompagnando Matteo Messina Denaro a curarsi in clinica a Palermo. "All'inizio - disse subito - sapevo si chiamasse Francesco Salsi, dopodiché mi rivelò la vera identità e ho continuato per motivi umanitari". Luppino non era però solo l'autista dell'ex latitante numero uno d'Italia. Per sostenerlo, avrebbe tentato di estorcere denaro a un imprenditore oleario, facendogli intendere che agisse in nome del boss poi arrestato a gennaio del 2023 e morto per tumore nove mesi dopo. L'indagine del nucleo investigativo dei carabinieri di Trapani ha svelato anche gli affari del reggente della famiglia mafiosa di Partanna, mandamento di Castelvetrano. Finito in manette con un altro imprenditore edile e oleario, si sarebbero accordati per gestire assunzioni, lavori pubblici, favorire le imprese dei sodali negli appalti. A fornire i luoghi di incontro, collaborando con i due arrestati, sarebbero state altre due persone, sottoposte a obbligo di dimora.