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Il noto attore e produttore Justin Baldoni è al centro di una bufera mediatica. Ex dipendenti di Wayfarer Studios lo accusano di aver creato un ambiente di lavoro caratterizzato da “tossica positività” e influenzato dalla sua fede Bahá’í. Mentre alcuni lo difendono, altri lo criticano apertamente, facendo emergere un ritratto controverso della sua leadership.
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Justin Baldoni e la “tossica positività” in azienda
Un ex dipendente di Wayfarer Studios ha rivelato che Baldoni incoraggiava i suoi collaboratori a firmare le e-mail con la frase “con tanto amore” e registrava le sue attività benefiche per poi diffonderle. Secondo alcuni, il suo atteggiamento appariva “finto” e troppo forzato. Le accuse di tossica positività hanno alimentato il dibattito sulle dinamiche aziendali e su quanto un eccesso di ottimismo possa diventare dannoso in un ambiente lavorativo.
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Fede Bahá’í e accuse di evangelizzazione
Molti ex dipendenti hanno espresso disagio per la forte presenza della fede Bahá’í nei progetti dell’azienda. Secondo alcuni, le credenze religiose di Justin Baldoni erano troppo integrate nei valori e nelle scelte di Wayfarer Studios, creando una sorta di ambiente “evangelizzante”. Tuttavia, l’azienda ha risposto affermando che incoraggia la libertà di culto e che la positività è parte del proprio ethos aziendale.
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Le difese e il futuro di Justin Baldoni
Nonostante le critiche, molti ex collaboratori di Wayfarer Studios difendono Baldoni, descrivendolo come una persona dal cuore grande e con un forte desiderio di aiutare gli altri. Le accuse arrivano in un momento delicato per l’attore, già coinvolto in una battaglia legale con Blake Lively per presunte molestie sessuali, che si discuterà in tribunale nel 2026.
| Da Rumors.it