Delitto di Garlasco, la "guerra" del Dna

4 ore fa
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È la firma dell'assassino, invisibile eppure determinante. Il Dna: la prova regina, il sigillo inattaccabile che chiude i casi più complicati. Solo che adesso quella stessa prova le indagini le riapre anche. Nulla appare più certo, ogni inchiesta rischia di diventare un fascicolo sempre aggiornabile. Come nel caso dell'omicidio di Garlasco. Il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi porterebbe ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e a un'altra persona, Ignoto 2. Ma in carcere c'è Alberto Stasi con condanna a 16 anni di reclusione passata in giudicato. Caso riaperto quindi, perché con le nuove tecnologie e i progressi della scienza, quelle tracce prima considerate incomplete ora sono diventate "utilizzabili". Lo ha spiegato Carlo Previderé, il genetista che si occupò anche dell'omicidio di Yara Gambirasio.
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