Amal Clooney bandita dagli Stati Uniti: ecco perché è nel mirino di Trump

1 settimana fa
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L’avvocatessa dei diritti umani Amal Clooney, moglie di George Clooney, è finita nel mirino dell’amministrazione Trump a causa del suo coinvolgimento nelle indagini internazionali sulla guerra a Gaza. Dopo aver collaborato con la Corte Penale Internazionale (CPI) nell’emissione del mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Amal rischia gravi ritorsioni: il divieto di ingresso negli Stati Uniti e possibili sanzioni economiche.

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Amal Clooney accusata: consulenza legale alla Corte Penale Internazionale

Secondo il Financial Times, Amal Clooney ha fornito una consulenza come avvocato dei diritti umani alla CPI, contribuendo all’inchiesta che ha portato all’accusa formale di crimini di guerra e crimini contro l’umanità contro Netanyahu e altri leader. Il suo ruolo nel processo, conclusosi con il mandato d’arresto emesso il 20 maggio 2024, ha attirato l’attenzione politica e diplomatica, con il Ministero degli Esteri britannico che ha avvisato Amal e altri giuristi del rischio di ritorsioni da parte degli Stati Uniti.

Amal e George Clooney Albie AwardsFoto: Anthony Behar/Sipa USA/IPA

Divieto di ingresso negli Usa e minacce economiche

Oltre al divieto di ingresso, l’amministrazione Trump potrebbe imporre ad Amal Clooney anche il congelamento dei conti bancari. La minaccia arriva a causa del suo impegno a favore del diritto internazionale. Un impegno che, a quanto pare, sarebbe mal visto da chi difende apertamente Israele da accuse internazionali. Clooney, che possiede anche una casa in California, rischia dunque di non poter più accedere al territorio americano, oltre a subire conseguenze finanziarie.

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Amal Clooney e il sostegno al diritto umanitario

In una dichiarazione ufficiale, Amal ha spiegato il motivo del suo impegno: “Credo nello stato di diritto e nella necessità di proteggere i civili. Nessun conflitto può essere al di sopra della legge“. L’avvocatessa ha ribadito che ogni vita, a prescindere dalla nazionalità, merita tutela e giustizia. Il suo sostegno alla decisione della CPI è stato definito “un passo storico” verso la protezione dei diritti umani in Israele e Palestina.

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Una battaglia che coinvolge anche George Clooney

Anche George Clooney è tornato recentemente a criticare Donald Trump, definendolo un “opinionista politico fallito”. L’attore ha dichiarato di non essere interessato a ottenere l’approvazione del presidente e di voler continuare a dire la verità ogni volta che ne ha l’opportunità. Un’ulteriore dimostrazione che la battaglia dei Clooney non è solo legale, ma anche profondamente personale e politica.

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| Da Rumors.it

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